Nomina ad interim e oltre: la proposta del gruppo No Logo per un cinema con visione

La nomina del Dott. Mario Turetta a Direttore Generale Cinema ad interim conferma quanto da tempo temiamo: un rischio crescente di eccessiva burocratizzazione.
Comprendiamo la cautela nel non incrinare le consuete geometrie, ma questa fase è troppo delicata e lasciare in sospeso un intero settore — fatto di migliaia di persone che aspettano di tornare a lavorare con prospettive chiare — non è il segnale di cui oggi c’è bisogno.
Questa situazione rende ancora più evidente la coerenza della nostra proposta: sostenere l’unico nome che in questi mesi ha saputo avanzare una visione concreta e trasparente sul futuro del cinema italiano, con idee chiare su Tax Credit, riforma degli assetti istituzionali e strategie di sistema.

Un’idea che, diffusa solo alle 12:30 di sabato 5 luglio, ha già raccolto quasi 300 adesioni in un solo weekend estivo, un dato che parla da solo e invita a una riflessione collettiva.

I gruppi indipendenti, senza targhe né appartenenze ma con facce e nomi, sono essenziali per riportare il cinema al centro del dibattito come bene comune.
Crediamo sia diventato evidente che serve molto lavoro dal basso, svolto con spirito etico e trasparente in un contesto privo di trattative occulte e da misere logiche di rendita.
Le proposte che sosteniamo devono essere credibili ed è per questo che hanno un nome, un volto e una storia riconoscibile.

Per lo stesso motivo meritano di essere semmai discusse apertamente.

Restiamo naturalmente disponibili a confronti e discussioni, meglio se in occasioni pubbliche, alla luce del sole.

Scarica il documento

MANIFESTO DEL CINEMA INDIPENDENTE

IL MANIFESTO PROPONE UNA VISIONE PER UN SETTORE CINEMATOGRAFICO AUTONOMO, DEMOCRATICO E INCLUSIVO, TUTELANDO L’INDIPENDENZA CULTURALE, LA LIBERTÀ ESPRESSIVA E LA DIVERSITÀ ARTISTICA.
QUESTI VALORI SONO ESSENZIALI PER GARANTIRE CHE IL CINEMA RESTI UN PRESIDIO CULTURALE E CREATIVO.

CHI SIAMO

Il Forum NO LOGO è uno spazio di confronto dedicato al cinema indipendente ed è nato in una fase estremamente delicata, nella quale vediamo minacciata l’esistenza stessa di un mondo che ha immense potenzialità culturali, imprenditoriali e professionali.

L’ampliamento dello spazio espressivo, le maggiori opportunità produttive, così come la tutela dei diritti dei lavoratori, dipendono dalla capacità del settore di ridefinirsi, provando ad allontanarsi dagli schemi che si sono rivelati anacronistici e dannosi.
L’intero comparto è oppresso dalla burocrazia, costretto al compromesso e risente suo malgrado di un conformismo che frena le attività imprenditoriali e limita la creatività.

La dimensione “no logo” non presenta ovviamente una forma antitetica rispetto alla vasta galassia associativa che caratterizza l’universo cinematografico e si pone al servizio di persone, idee e proposte in un contesto dinamico e plurale.

Il Forum è quindi un’agorà di coesione e armonia per sviluppare il ragionamento di sistema grazie al quale produrre soluzioni per il concreto e rapido rilancio del cinema indipendente italiano.

Cambiare la legge o seppellire il cinema

Con quello che avevamo definito “ragionamento di sistema” abbiamo cercato di denunciare lo stato delle cose e su questa base proporre una strategia.

(Leggi tutto)

Il webinar di Emanuele Caruso per Obiettivo Cinema

I decreti attuativi del 14 ottobre. Le regole si inaspriscono ancora? Cosa cambia adesso? E cos’è successo intanto in questi due mesi? Come si muoveranno le associazioni del settore?… (Vai alla pagina)

Staus quo: il Reddito di Ricchezza per le produzioni straniere

Lo status del cinema italiano sotto la lente di Maurizio Fiume

L’analisi presentata in occasione del Forum e la diagnosi di un cinema che
rischia di scomparire…(Leggi tutto)

Il Forum No Logo al Cinema delle Provincie - 7 ottobre 2024

Si è svolto alla presenza di 60 partecipanti, attori, autori, registi, produttori, tecnici, formatori il Forum No Logo…(Leggi tutto)

METROPOLIS

Il Forum si ispira a Metropolis di Fritz Lang (1927), ambientato in una città nella quale la popolazione era divisa tra abitanti privilegiati del mondo di superficie e lavoratori sfruttati, costretti a vivere nel sottosuolo.

La Macchina M, governata dai gruppi dominanti, gestiva e minacciava, fino a trasformarsi in uno spietato Moloch che ingoiava i più deboli e i disobbedienti.

Un mondo senza rappresentanza, dominato dalla paura di dire e di evadere. Una maggioranza di donne e uomini indebolita dall’impossibilità di accedere ai livelli superiori.

Maria era l’unica figura di riferimento che tentava di sollevare il popolo del sottosuolo, e il grande manovratore, con un esperimento di mutazione, cercò di alterarne l’indole per soffocare ogni impulso di libertà e rivolta.

Il tentativo di esasperare il controllo attraverso un esperimento di mutazione produsse però un’eterogenesi dei fini che portò alla liberatoria ribellione del popolo del sottosuolo.

Lang immaginò cronologicamente questa storia nel 2026 e descrisse una società controllata dalla tecnologia e guidata da un’oligarchia di potenti.

Per lui mancava un secolo. A noi mancano 2 anni.